WIN 68 - BALLI in MASCHERA, BELLI in MASCHERINA
Possiamo resistere alla tentazione di farci deprimere nel vedere tutta una popolazione con le mascherine?
Possiamo resistere alla tentazione di farci deprimere nel vedere tutta una popolazione con le mascherine?
La relazione con l’altro non è mai strettamente a due. Nel Watsu, il mezzo - ovvero l’acqua - è parte essenziale della relazione. Non basta abbandonarsi all’acqua, ascoltare l’altro e contemporaneamente essere con se stessi: quando appare, il senso oceanico - ossia il nostro sentirci una goccia nell’oceano - fa sì che nella relazione con l’altro si crei facilmente un senso di fusione totale, una regressione all’oceano primigenio, il grembo materno.
La vita di ciascuno di noi è fatta di relazioni: quella con noi stessi e con ciò che è altro da noi: persone, animali, il mondo fuori, la natura, l'acqua. e persino Dio o l’esistenza, o principio di creazione, in qualsiasi modo vogliamo chiamarlo. In questo “altro”, quindi, com-prendiamo tutto. E proprio dall’aver fatto nostro questo tutto e averlo com-preso e interiorizzato, che dipende gran parte della qualità della vita e delle relazioni che abbiamo.
Ognuno di noi sa che, praticando watsu, ha la possibilità di vivere emozioni profonde, di esplorare bisogni, paure, desideri. Si tratta di una esperienza importante, forte, di grande responsabilità nei propri confronti e in quelli dell’altro.
Alla fine di una sessione di Watsu, molte persone ci riferiscono di un’esperienza vicina al volo, oppure ci parlano di un intimo e speciale contato con sé, alle volte di un senso di disorientamento spaziale, o – al contrario – di appartenenza. Queste sensazioni sono tra quelle che potrebbe provare un embrione, già dal primo momento in cui avviene il concepimento.