WIN 69 - La relazione con l'altro in Watsu e discipline affini

La relazione con l’altro non è mai strettamente a due. Nel Watsu, il mezzo - ovvero l’acqua - è parte essenziale della relazione. Non basta abbandonarsi all’acqua, ascoltare l’altro e contemporaneamente essere con se stessi: quando appare, il  senso oceanico - ossia il nostro sentirci una goccia nell’oceano - fa sì che nella relazione con l’altro si crei facilmente un senso di fusione totale, una regressione all’oceano primigenio, il grembo materno. 

Questo stato di straordinarie potenzialità,  di nutrimento e comunicazione che diventa comunione, risveglia la responsabilità del professionista che - una volta alimentatisi entrambi alla comunicazione sublime - sente gli insegnamenti dei grandi maestri taoisti (Harold incluso). E dunque ricorda che lì dove possiamo rimanere all’infinito nella gioia della fusione, nell’esperienza del senza tempo, lì è arrivato il momento del ritorno allo spazio-tempo presente, con l’attenzione "aperta” ad accogliere il tutto, ricordando la nostra appartenenza all'universo  attraverso la nostra testimonianza. 

In questo spazio di amore incondizionato, nutrito di autonomia e libertà, abbiamo la responsabilità come professionisti di contattare e proporre la  forza dell’arrivederci, altrimenti propizieremmo la dipendenza di entrambi.

Questa forza di amore incondizionato per l'altro e per se stessi, che restituisce ad entrambi autonomia e libertà, prenderà piena evidenza nel Watsu nel momento della restituzione alla madre terra.

In Watsu, come in Filosomatica, nel silenzio e  nella nostra totale "presenza", possiamo ascoltare la musica della vita, sia della nostra che di quella dell’altro che si  armonizzano assieme. Entrambi nelle braccia dell’acqua e della terra, danzati dal nostro respiro, incendiati d’amore  incondizionato, allora, solo allora, possiamo sentire la musica dell’universo che non smette mai di suonare. 

La musica insegna ad ascoltare..  è questa l'eredità di Ezio Bosso, lo straordinario musicista sparito da poco..  non si tratta di ascoltare la musica, è la musica che ci fa ascoltare e nel momento che ascolto non ho più paura..

Entrare in relazione con l’altro  è essere disposto ad ascoltare l’altro senza dimenticare se stessi e questo ascolto profondo, che accoglie entrambi, ci apre a sentire l’appartenenza al tutto. 

La responsabilità del professionista, se veramente lavora per l’autonomia del cliente-protagonista quanto per la propria, è praticare questa disciplina spirituale di ascolto profondo e non solo pronunciare belle parole o compiere gesti squisiti. 

Autore: Miguel Angel Bertran

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